lunedì 22 marzo 2010

Il meno del niente: un’architettura frugale.





L’architettura frugale è un’architettura del residuo che sa impiegare al meglio i materiali naturali e locali o riciclare quelli trovati; un’architettura dell’ipoconsumo piuttosto che del consumo o dell’iperconsumo.
Un’architettura che nasce dalla necessità e dalla semplicità eppure in grado di aprire nuovi scenari espressivi attraverso la sperimentazione di materiali da costruzione alternativi e inaspettate sinergie tecnico-costruttive capaci di indicare nuovi scenari produttivi e industriali per un futuro sostenibile.

Agli antipodi dell’edilizia massificata ed energivora, riproducibile all’infinito e indipendentemente dal luogo di costruzione, l’architettura frugale appartiene a un sito e a una cultura specifica; adotta sistemi di costruzione – tradizionali o anche altamente innovativi – improntati a grande flessibilità d’uso al fine di dar vita a manufatti non replicabili, costruiti da maestranze non necessariamente specializzate e, per questo, di grande varietà espressiva. L’architettura frugale promuove forme di sviluppo locale mediante il reale coinvolgimento delle utenze e la cantierizzazione dell’intervento aperta alle capacità tecniche presenti.

Si tratta di edifici realizzati principalmente con materiali di scarto, risorse e budget limitati, che offrono una positiva ricaduta sociale. La maggior parte di questi edifici sono infatti economicamente accessibili anche alle comunità meno abbienti; il loro processo di costruzione le vede anzi spesso coinvolte offrendogli opportunità di formazione professionale e di occupazione. La necessità di sfruttare al meglio le risorse naturali li rende efficienti, intelligenti e certamente eco-compatibili, perché impiegando materiali di scarto trasformano questi elementi da problema in risorsa.

L’architettura infatti deve cambiare passo. C’è bisogno di una rivoluzione ecologica: lo impongono i dati. Entro il 2010, secondo le valutazioni ONU, nel mondo ci saranno oltre 50 milioni di rifugiati ambientali; altre stime prevedono che entro il 2050 il 75% della popolazione globale si concentrerà nelle città, risiedendo per lo più in enormi megalopoli schiacciate da vastissime periferie degradate.
L’architettura, per essere davvero tale, non ha altra scelta che riassumere nuovamente una forte responsabilità sociale.



Cinzia Abbate.

giovedì 25 marzo

sabato 20 marzo 2010

layout

cari studenti
potrete trovare i layout (copertina e testo) del libricino da aggiungere alle tavole di analisi alla voce "laboratorio" del sito del corso.

copertina.ai é un file di illustrator che, ovviamente, dovrete modificare poichè si riferisce al corso dello scorso anno
events bozza2.pdf è un file pdf che dovrete aggiornare per le stesse ragioni

a presto Barbara Falcone

venerdì 19 marzo 2010

calendario prossima settimana: mercoledì 24 marzo ore 9-12,30 Revisioni e istruzioni per lo svolgimento del lavoro assegnato, a cura di Cesare Corfone e Michele Manigrasso; giovedì 25 marzo ore 14,30 lezione e revisioni collettive sui primi materiali da voi elaborati (x singoli gruppi ma sulle tematiche dei macrogruppi)

(venerdì 19 marzo) Vi informo che insieme ai materiali già depositati presso la Goliardica da oggi trovate anche gli elaborati della sperimentazione su Camerino (nome file: SIU Camerino.zip), mostrati giovedì 18 marzo.

sullo spazio Goriano Sicoli trovate altri due file (formato word), uno è sulla storia e l'altro contiene informazioni generali sul centro, compresa la notizia sull'ipotesi di costituzione di un Parco fotovoltaico.
Cari studenti
ho caricato sullo spazio "urbanistica" del sito i seguenti documenti:

"RELAZIONE SULLA SITUAZIONE SOCIO-ECONOMICA DEL TERRITORIO" (nome file: situazione socio-economica) di interesse per il territorio della valle subequana.
ed il documento

"Valutazione Ambientale del Piano di Sviluppo 2009" (nome file: 01_Abruzzo[1])
Rapporto Ambientale REGIONE ABRUZZO, quest'ultimo fornito da Valentina De Paolis

giovedì 18 marzo 2010

disponibile, nello spazio "urbanistica" del sito, la 4 lezione dal titolo "Lettura del paesaggio". Massimo Angrilli
disponibile, nello spazio "urbanistica" del sito, l'elenco dei gruppi afferenti ai macrogruppi con i compiti assegnati oggi. Massimo Angrilli
già disponibili presso la copisteria Goliardica le carte tematiche Abruzzo e i materiali su Goriano Sicoli. Massimo Angrilli

"Spazi in divenire dell'abitare"_ELEMENTAL

Cari studenti del laboratorio 4 Andriani,
inserisco qui di seguito del materiale che spero possa esservi utile per eventuali approfondimenti in merito alla lezione sugli "Spazi in divenire dell'abitare" da me effettuata Giovedì 11 Marzo


HOUSING/EMERGENCY>

Prefabbricazione, Autocostruzione, Evolutività, Partecipazione


Riferimenti


Ottobre 2003 L’architettura della scarsità. Elemental: un concorso per la sperimentazione di alloggi sociali a basso costo espandibili in Chile

Un’operazione promossa sin dall’inizio attraverso lo strumento concorsuale, poi successivamente mirata ad un programma di pianificazione nazionale ben più complesso che nello specifico di realtà locali è andato realizzando in questi ultimi anni soluzioni ispirate in parte agli esiti suggeriti dallo stesso concorso ed in parte a quelli emersi da workshop partecipativi, organizzati di volta in volta con le comunità locali, per promuovere e discutere le soluzioni direttamente sul campo in sinergia con la popolazione interessata. Il concorso comunque posto sin dall’inizio come un case study, richiedeva che i progetti da presentare fossero morfologicamente adattabili a diverse specificità connotate sia sul piano urbano che territoriale, accentuando così la dimensione atopica dell’intervento.

Il concept espresso dal concorso inoltre si inquadrava all’interno del programma VSDsD (Vivienda Social sin Deuda) del Ministero dell’ Housing Chileno, tutt’ora mirato, attraverso il finanziamento dei progetti vincitori, a favorire le fasce di popolazione più povera e disagiata che non abbiano la possibilità di accedere a crediti finanziari. VSDsD consiste in un sussidio di soli 7.500 dollari a famiglia che, secondo il valore corrente della valuta nell’attuale mercato chileno, permette la costruzione di uno spazio residenziale di circa 25/30 mq per famiglia dotati di servizi (luce, acqua, infrastrutture). Ciò significa che i beneficiari di questo programma possano realizzare da soli iniziative di auto costruzione controllata per migliorare, trasformare ed espandere nel tempo la dotazione minima di superficie da loro ricevuta all’interno del quartiere residenziale realizzato dal programma.


Alcuni progetti tra i vincitori del concorso internazionale Elemental Chile:


_ Pasel & Kunzel (NL),



Ogni unità di alloggio ha in dotazione il piano terra + una piccola torre (che funge da ingresso) della profondità del lotto ed alta 3 piani, contenente le scale ed i servizi (bagni e cucine). Questa costituisce una “framework” entro cui l’alloggio può espandersi


_Baptista (Venezuela),


L’idea di dotare ogni singolo alloggio di un “pacchetto base”, costituito dalla torre delle scale + servizi, delimitante le possibili escursioni delle parti in esso da ampliare, sembra molto simile a quella proposta dal progetto di Pasel & Kunzel.


_ONA architecture (Barcellona, Spagna),

La proposta studia la possibilità di aggregare in diverso modo due unità basiche funzionali: “relationship model” e “intimate module” che assieme o separate possono creare diverse tipologie di alloggio (simplex o duplex). Allo stesso tempo combinazioni variabili degli stessi moduli sono suggeriti per diversi contesti urbani o territoriali nell’adattamento a differenti morfologie del suolo anche in luoghi con una predominante paesaggistica.


Progetti finalisti :


_gruppo Doppiomisto

(Cecilia Anselmi, Andrea Ciofi degli Atti, Carlo Prati, Sole Zamponi)


“Il progetto redatto in occasione del concorso Elemental Chile è stata una preziosa opportunità per affrontare un tema - abitazioni a basso costo espandibili a seconda delle possibilità economiche degli inquilini – da noi ritenuto cruciale per le numerose implicazioni che stabilisce con i fenomeni sociali in atto in questo scorcio di inizio millennio. Le crisi umanitarie, le situazioni di emergenza abitativa dovute a disagi sociali, guerre o calamità naturali, impegnano il progetto di architettura sul piano di un necessario confronto da cui debbano scaturire risposte concrete ad esigenze e problemi reali” (Doppiomisto)

- Il progetto di Doppimisto per Elemental Chile è presentato sul num.24 di d'Architettura dal tema "s/montaggi" (Maggio/Giugno 2004)


_La presentazione del progetto sulle pagine di arch'it >> http://architettura.supereva.it/architetture/20040430/index.htm



Dal progetto alla realizzazione:


_Un esempio nel deserto : Quinta Monroy, Iquique, Chile, Elemental 2003/07




Gli immobili “porosi” semifiniti così come sono stati consegnati agli abitanti. L’insieme degli edifici completo degli ampliamenti realizzati in differenti fasi temporali. E’ evidente l’esito “variopinto” conseguente alla scelta di finiture diverse operate ogniqualvolta per ogni alloggio dai differenti nuclei di abitanti.

_Lo Espejo, Chile, Elemental 2004/2007,



assieme ad Iquique, Renca e Temuco è uno dei quartieri del programma portati a conclusione e consegnati alla popolazione in soli tre anni




Bibliografia di riferimento:


_Domus n. 886 Nov. 2005

_Casabella n. 742, Mar. 2006

_ “Alejandro Aravena, progettare e costruire” monografia della collana Documenti di Architettura, Electa 2007.

_Details, num. di Ottobre 2008 dedicato all’abitare collettivo

_ monografia interamente dedicata al progetto Elemental edita da ACTAR, Ottobre 2008

web:


_ "Scarcity Architecture": il file di Cecilia Anselmi sulle pagine di Arch'it analliza nel dettaglio il tema proposto dal concorso cileno>> http://architettura.supereva.it/files/20040430/index.htm


_ il sito web ufficiale su cui è possibile consultare oltre ai vincitori del concorso del 2003, tutti i progetti di habitat evolutivo realizzati o ancora in via di realizzazione ad opera di Elemental in Chile >> http://www.elementalchile.cl/


posterò nei prossimi giorni qui di seguito materiale di riferimento relativo all'architettura dei P.A.R.A.S.I.T.E. e degli Innesti , Addizioni ed Estensioni (Upgrade Architecture) di cui vi ho fatto vedere a lezione alcuni interessanti progetti.


a presto, Cecilia




cari studenti,

ho caricato sul sito il documento "azione pilota terremoto", annunciato poco fa in aula. Si tratta di un progetto elaborato da un gruppo di ricerca subito dopo il terremoto Marche-Umbria del 1997. Ci sono diversi elaborati interessanti, sia di lettura del paesaggio che di progetto, di cui tenere conto nelle vostre tavole.

Ho caricato anche il pdf del mio libro "Scenari del paesaggio molisano", utile in particolare al macrogruppo che si occuperà della 4 categoria di analisi, quella sulle dinamiche e sugli scenari di trasformazione.

Macrogruppi

CIAOO,
alla voce LABORATORIO del sito potete scaricare il PDF con le 4 liste dei macrogruppi...
il link è il seguente:

http://sites.google.com/site/territorioinmovimento/temi-di-progetto/LAB4AMACROGRUPPI.pdf?attredirects=0&d=1

Invito al Blog

Cari studenti,
vi ho appena invitato tutti a partecipare al BLOG in veste di AUTORI!
Quindi... postate, scrivete, comunicate e pubblicate!
Chi non avesse ancora ricevuto l'invito, ma è comunque interessato ad essere autore del Blog me lo comunichi... provvederò presto.

CIAO

sabato 13 marzo 2010

Cari studenti,
volevo avvisarvi che è attivo il profilo su Facebook che trovate digitando il mio nome cognome, dedicato solo al corso di Urbanistica (per il laboratorio abbiamo il blog) ma al quale naturalmente sono invitati ad aderire anche tutti gli altri del corso di Composizione.
Il profilo di Facebook è un di più rispetto al sito e al blog e quindi chi non avesse un profilo Facebook non deve preoccuparsi di aprirne uno, così come chi non volesse inserire il proprio profilo non è tenuto a farlo.
Digitando il mio nome troverete due profili, uno, quello con la mia foto, è il mio profilo personale, l'altro con il bollino viola del LAB 4A è quello giusto.
Ho inserito i video che abbiamo visto nelle prime due lezioni, siete invitati tutti a linkare materiali, articoli e tutto ciò che può aiutarci.

saluti
Massimo Angrilli

aggiornamenti sito

Gentili studenti,
come concordato in aula, ho provveduto a rimuovere i vecchi download.
Adesso potrete scaricare le cartografie in dwg sia di Goriano che di Pescara,
alle rispettive pagine del sito.
Inoltre alla Pagina di Urbanistica, troverete le lezioni del prof. Angrilli,
e i PDF degli articoli, la cui lettura è consigliata.

Buon weekend.
Cesare

venerdì 12 marzo 2010

mini bibliografia

Alcuni link a libri citati durante la lezione di Emilia Corradi:

L'Autostrada del Sole
di Menduni Enrico
anno di pubblicazione 1999
Se la mobilità sulle nuove autostrade agiva come strumento di osmosi tra popolazioni diverse, l'imponente esodo che nello stesso periodo risaliva dal Sud verso il triangolo industriale faceva scoprire agli italiani un paese duale, in precario equilibrio tra modernità, tradizione e arretratezza. L'Autostrada del Sole diventava così un simbolo doppio, sospeso tra integrazione e dualismo.

Titolo: Un etnologo nel metrò
Autore:
Augé Marc
Prezzo€ 10,00
Dati: 1995, 104 p., 6 ed.
Curatore:Maiello F.
Editore:
Eleuthera
Prima che un mezzo di trasporto, la metropolitana di Parigi è una mappa, quella delle linee e delle stazioni di transito, un reticolo di corrispondenze e incroci, qualcosa d'invisibile che s'imprime nella mente dei viaggiatori abituali o si materializza invece in un pezzo di carta consultato in modo febbrile dai passeggeri saltuari.Rete, reticolo, nodo, sono tutte parole-immagini che compaiono a più riprese nel libro di Marc Augé "Un etnologo nel metrò", a partire dalle linee sottili della mano, mappa quasi indecifrabile dove sarebbero scritti i destini e gli intrecci degli uomini e delle donne, paragonata a quella delle linee intersecate del metrò. Del resto, questo fitto reticolo, che aborrisce le ortogonali a vantaggio delle curve, semicurve o delle linee spezzate, ricopre la stessa mappa della città superiore come una tela di ragno che s'imprime nella mente dei passeggeri - geografia sotterranea, la definisce Augé, in cui si rappresenterebbe la geologia interiore degli individui. Quella fermata, quella linea, quella corrispondenza, quel "luogo", nomi che scorrono veloci sulle pareti delle stazioni, o si susseguono sui tabelloni blu e bianchi, e che sono collegati a fatti del passato prossimo o remoto, a momenti dell'infanzia, della giovinezza, dell'età matura, a eventi amorosi, di studio o lavoro, a microepisodi o a fatti storici: nomi di battaglie, di soldati, ministri, politici, scrittori, in un groviglio di percorsi oscuri.Marc Augé, che è uno dei più valenti antropologi contemporanei, africanista, autore di libri, studi e voci d'enciclopedia - le belle voci dedicate alla religione nell'"Enciclopedia Einaudi" -, ha ripercorso quel "luogo" inconsueto e misterioso che è la metropolitana parigina alla ricerca di una possibile antropologia della contemporaneità, compito arduo con cui, sinora, si erano cimentati sociologi e psicologi, con risultati alterni. Quello che Augé ha di diverso, e il libro lo dimostra, è l'attenzione allo spazio, ai luoghi, e non tanto ai comportamenti o ai costumi; la sua si potrebbe infatti definire un'"antropologia dello spazio", una ricerca intorno a una delle dimensioni meno esplorate del nostro mondo, sebbene sia quella che abitiamo con maggior insistenza. In questa esplorazione, l'etnologo è in buona compagnia; lo hanno preceduto, e lo accompagnano, gli studi di Paul Virilio, lo studioso di dromologia e percezione, o gli scritti di Georges Perec, "Specie di spazi", ma anche "La vita istruzioni per l'uso". La mappa del metro con cui si apre il breve volume, che si avvale di una scrittura tesa, efficace e insieme elegante, è l'emblema visibile di un mondo invisibile che si dà solo per astrazione e per piccoli eventi, per mosse e scarti quasi irrilevanti. La carta domina anche il ricordo, quella appesa nell'aula scolastica o studiata sui libri di scuola, rappresentazione variabile di quello spazio che gli uomini chiamano territorio: la Francia prima della Rivoluzione, quella dopo il Primo Impero, la Francia del 1870... e che s'imprime nella memoria degli allievi fino a diventare un mondo possibile da esplorare lentamente nel ricordo a decenni di distanza. Questo è quello che fa anche Augé, mostrando come il passato - il suo stesso passato - sia "un'astrazione, nel migliore dei casi una ricostruzione"; questo è diventato nell'immaginario dei parigini, popolazione insediata lungo le rive della Senna, il metrò: la mappa da decrittare tassello per tassello, o meglio linea per linea, incrocio per incrocio, nome per nome.Chi cercasse nel libro topologico di Augé un ritratto della popolazione metropolitana, resterebbe deluso; e non c'è neppure un'etnologia della "folla solitaria", per quanto, con icastica definizione, lo studioso definisca il metrò "la collettività senza festa e la solitudine senza isolamento". Augé è invece alla ricerca di quei "fatti totali" che gli antropologi del passato hanno creduto di trovare presso le tribù africane o amerinde, e che invece ora lui cerca presso di sé, scandagliando quegli spazi interstiziali, i luoghi di tutti e di nessuno, che nella modernità sono percorsi da milioni di uomini ogni giorno, senza che di loro resti alcuna traccia. Questa è la metropolitana: lo "spettacolo brulicante dei nodi complicati che legano le linee l'una all'altra, nodi di corridoi e di scale percorsi in tutti i sensi da individui che danno l'impressione di sapere dove vanno". Lui, l'etnologo che aspira all'intimità, esplora questi luoghi che finora solo la letteratura o il cinema avevano raccontato con micrologica dedizione, ed è proprio descrivendo questi spazi che oggi si può "comprendere come il senso della vita individuale nasca da vincoli globali che sono quelli di ogni vita sociale".La dimostrazione più convincente di questo programma di ricerca, sempre in bilico tra il documento raccolto sul "campo", la riflessione filosofica e persino la narrazione, è nel successivo volume, "Nonluoghi", il terzo, dopo la mappatura del metrò parigino e "La traversée du Luxembourg". Aperto dalla descrizione di un viaggio solitario in automobile e in aeroplano del Signor-nessuno, con tanto di carte di credito, carte d'accesso, biglietti e accrediti elettronici vari, il volume prosegue con una riflessione sui compiti dell'antropologia contemporanea, fulmineo capitolo teorico, cui seguono due capitoli ricchissimi di sguardi sulla contemporaneità. Il termine che Augé usa per definire la nostra condizione è quello di surmodernità, che egli specifica in tre figure dell'eccesso: quella dell'eccesso di tempo, di spazio e di ego. Delle tre, quella che esplora con più ampiezza è la seconda, ed è proprio questo che differenzia "Nonluoghi" dal celeberrimo scritto di Lyotard sulla condizione postmoderna. Cosa sono dunque i nonluoghi? La loro definizione è al negativo, per opposizione a quelli che Pierre Nora ha definito i "luoghi della memoria", quelli in cui noi apprendiamo l'"immagine di ciò che non siamo più". I luoghi sono quelli del passato, insediati nel centro delle città, mentre i nonluoghi sono le tangenziali, le autostrade, le linee ad alta velocità che le circoscrivono e le circondano: la stazione ferroviaria, l'autogrill, il motel, la sala d'attesa dell'aeroporto, il metrò. Per rappresentare in modo tangibile il passaggio dal luogo al nonluogo, Augé ricorre a un testo di Jean Starobinski, che a sua volta legge Baudelaire: la modernità è la città dei campanili e delle ciminiere; la surmodernità è invece lo spazio rappresentato dalle reti, dai nodi, dai punti di scambio della circolazione delle persone, delle merci, dei veicoli. Sono i canali comunicativi che da puri spazi di percorrenza si trasformano in spazi di insediamento: il transito è la vera dimora della surmodernità, si potrebbe dire parafrasando Augé.Tuttavia, questa distinzione tra luoghi e nonluoghi non è così semplice come sembrerebbe, perché, come scrive l'autore, queste sono "polarità sfuggenti". È stato Michel de Certau, in quello studio problematico e ricchissimo che è "L'invention du quotilien*, a mostrare come il luogo contenga esso stesso anche un nonluogo, perché il nonluogo non è una semplice negazione, qualcosa che si dà per sottrazione.Del resto quanti luoghi che posseggono quello che un tempo si sarebbe definito il 'genius loci' - celebri monumenti, spazi agresti, giardini e persino montagne - si sono trasformati, a causa del loro uso e abuso, in nonluoghi? Ma è vero anche il contrario, come ha dimostrato il lavoro di uno dei maggiori fotografi contemporanei, Luigi Ghirri: anche i nonluoghi - le stazioni di rifornimento, gli autogrill, i piazzali vuoti, i parcheggi, le vie periferiche, gli stabilimenti dismessi, i paesaggi da cartolina - posseggono un'anima, se solo la si sa vedere. È un problema di sguardo, come scrive giustamente Marc Augé, o meglio di "spostamento dello sguardo". I nonluoghi sono quelli della solitudine, luoghi disabitati, luoghi di transito, luoghi in cui la sosta non si presenta come un atto di meditazione o di riflessione, ma come una pausa lungo un itinerario, spesso reiterato - quello del metr¢, dell'automobile, dell'aeroplano. La ripetizione sembra dominare questi spazi della surmodernità, spazi dove la solitudine si trasforma in monotonia e vi si insedia l'angoscia dell'abbandono. Eppure basta uno sguardo attento, quello di un fotografo, di uno scrittore che appunta sul suo diario una frase, o di un semplice passeggero meditabondo, a rovesciare la negatività dei nonluoghi.

Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità
Autore

Augé Marc
Prezzo€ 10,00
Dati: 2009, 110 p., brossura
TraduttoreRolland D.; Milani C.
Editore: Eleuthera